Ormai sono iscritta all'università da un po', non tantissimo
ma abbastanza da essermi fatta un'idea generale, e forse un po' superficiale,
di tutto e tutti.
Mi sono approcciata a questa nuova realtà con un umore stranamente
positivo e propositivo e se il primo semestre è filato liscio come l'olio,
complice la DAD che mi ha impedito di vivere a pieno il campus, il secondo
semestre è stato un turbinio di emozioni non sempre positive.
Sono riuscita stranamente a crearmi un gruppo ristretto di
amiche, a cui mi sono affezionata come se le conoscessi da una vita e per le
quali farei di tutto, e insieme abbiamo creato un gruppo allargato di
conoscenze con quelli che non definirei esattamente amici ma neppure
conoscenti.
E non lo so se io negli ultimi anni, complice la pandemia,
abbia vissuto in una bolla che mi sono auto-costruita (alla WandaVision, dai) o
se sono passata dalla padella alla brace, ma io, che mi ritengo una persona con
un'intelligenza nella media e aperta di mente quanto basta, mi sono ritrovata
in un ambiente dalla mentalità ristretta e dalle battutine taglienti.
Vengo da un paesino dalla mentalità ristretta, in cui non è
difficile suscitare scalpore o scandalo ed ero (erroneamente) convinta che all'università
avrei trovato un ambiente positivo, aperto ed accogliente per tutti, soprattutto
trattandosi di una facoltà scientifica.
Non avrei mai potuto essere più in errore di così.
Come ho già detto, sul primo semestre nulla da dire, ho
conosciuto le mie amiche, ma
quando abbiamo allargato il cerchio delle conoscenze includendo dei ragazzi hanno
iniziato a cadermi letteralmente le braccia.
Mi sono ritrovata in un posto pieno di futuri professionisti
che avranno a che fare con la salute e il benessere fisico delle persone, ma
che a 20 anni suonati non sono in grado di applicare un filtro bocca-cervello.
Ho ormai perso il conto del numero di conversazioni
sessiste, razziste e, per non farci mancare nulla, omofobe alle quali ho
assistito. Non che tutti debbano avere le mie opinioni (per carità!) ma non
avrei mai pensato di ritrovarmi nel 2022 a sentire tre ragazzi discutere su quanto Elisabetta Franchi avesse ragione con quella sua uscita infelice perché,
insomma, chi vorrebbe mai assumere una ragazza giovane che ammette di volere
dei figli. Io imprenditore ci vado a perdere.
E un po' mi fa ridere che la mia facoltà sia praticamente
sbilanciata 2 a 1 a maggioranza femminile.
Ah, noi stupide donne che ci spacchiamo la schiena sui
libri per poterci poi trovare l'uomo ricco che ci mantiene mentre sforniamo
un numero sufficiente di marmocchi da legittimare la nostra appartenenza al
sesso femminile.
Perché una donna che ammette di volere dei figli oltre che
una carriera è un fardello inutile per un imprenditore (che stupido ad assumere
un'incubatrice umana se può semplicemente assumere un uomo al suo posto!), ma
peggio di una lavoratrice in maternità c'è una donna non interessata a
riprodursi. D'altronde, una donna senza istinto materno non è una vera Donna
(di quelle con la D), è una stronza frigida, rigida ed egoista.
Che poi qualcuno deve spiegarmelo il vero motivo
per cui vogliono tutti sindacare sul corpo e sull'utero delle donne. Me lo
devono mettere in bocca col cucchiaino vista la mia evidente incapacità di
comprensione (forse a causa della mia coppia di cromosomi sessuali in cui è
evidente l'assenza di una Y).
Spiegatemi perché donna è sinonimo di madre, spiegatemi perché
devo per forza riprodurmi, ma se lo faccio rischio di perdere tutto quello che
ho costruito con anni di sacrificio.
Spiegatemi perché tutti possono mettere bocca sulla mia
vita, sul mio modo di vestirmi (da suora o da puttana), sulla mia vita sessuale
e sentimentale e mai nessuno lo fa con gli uomini.
Perché tre ragazzi miei coetanei si sentono in diritto di
affermare che in quanto donna valgo meno, sono più stupida. Perché la mia amica, i cui geni hanno deciso di farla nascere bionda, è automaticamente stupida anche
se prende più di loro agli esami. Perché i miei compagni di corso bisessuali fanno
schifo in quanto sono indecisi, come può piacerti un giorno il pene e quello
dopo la vagina; perché si sentono in diritto di dirci che non possiamo avere una carriera solo perché dotate di un apparato riproduttore in
grado di creare un altro essere umano. Ed è inutile spiegare loro che i figli
si fanno in due.
E tutto questo mi spaventa, mi spaventa perché loro e tanti altri, sono il futuro e saranno i miei colleghi. Potrebbero anche essere
i miei superiori.
Le premesse fanno schifo e questo mondo mi pare faccia
schifo già da troppo tempo.
P.S. Visto che io penso sempre di poter risolvere i problemi
del mondo con i libri, ecco i miei consigli:
- Invisibili, Caroline Criado-Perez
- Stai zitta, Michela Murgia
- Oliva Denaro, Viola Ardone